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Febbraio mattacchione di Ugo Petrini.



Gli uomini, per scordare almeno una volta all'anno, i loro crucci, avevano inventato il Carnevale. In quei giorni, si mettevano in faccia barbe e nasi finti, vestivano braconi rigatini, si lanciavano manciate di coriandoli. Era una festa pazza e bisognava trovarle un mese adatto. Quale dei dodici fratelli era il più allegrone, il più matto di tutti? Gli uomini affidarono la decisione ad una giuria di saggi. Si presentò Gennaio e, tanto per scherzare, tirò uno spiffero di tramontana sul collo dei giurati. Questi rabbrividirono e cominciarono a suonar starnuti:
- Etcì! Etciù! Accidenti a Gennaio! avanti un'altro.....


Agosto volle sbalordire i presenti: coprì il sole con una nuvola color carbone, accese un lampo e fece esplodere un tuono, come una cannonata. I saggi, per lo spavento, ruzzolarono giù dalle sedie:
-Via. via, - gridavano - questi, non son giochi da farsi!
Ottobre, perchè lo vedessero allegro dalla testa ai piedi, bevve tre fiaschi di vino nuovo e giunse dinanzi ai giudici completamente brillo; così fece una cascatona per terra e si mise a piangere come una fontana.

La giuria stava gia perdendo la pazienza, quando si presentò Febbraio, il più corto, il più mingherlino dei dodici. Tirò fuori di tasca un solicello tiepido e ne fece omaggio ai giudici; impugnò un innaffiatoio e spruzzò garbatamente la testa pelata di uno di essi; liberò da un sacchetto un venticello e lo infilò nei soprabiti e sotto i capelli dei presenti, solleticandoli con gusto: e quelli giù a ridere, a ballare, a saltare: un vero carnevale. La giuria si levò in piedi a fatica e, ridendo, decretò che Febbraio era degno di ospitare la festa più allegra dell'anno.