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Storie di fantasmi per il dopocena (Jerome K. Jerome)

INTERMEZZO

Bevemmo dell'altro ponce, poi il curato ci raccontò una storia.

Non riuscii a trovare né capo né coda, nella storia del curato, quindi non posso riferirvela. Tutti noi non riuscimmo a trovare né capo né coda in quella storia. Era una storia abbastanza valida, per quanto riguardava il materiale. Sembrava ci fosse un ricchissimo intreccio, e avvenimenti sufficienti a scrivere una dozzina di romanzi. Non avevo mai sentito una storia che comprendesse tanti avvenimenti, né che avesse a che fare con tanti personaggi diversi.

Dovrei dire che ogni essere umano che il nostro curato avesse mai conosciuto, o incontrato, o di cui avesse sentito parlare, fu inserito in quella storia. Ce n'erano semplicemente a centinaia. Ogni cinque secondi, introduceva nella storia un mucchio di personaggi sfornati di fresco, accompagnati da una serie di avvenimenti nuovi di zecca.

Era una storia più o meno così:

- Beh, poi mio zio andò in giardino a prendere il fucile, ma, naturalmente, questo non era lì e Scroggins disse che non ci credeva.

- Non credeva a cosa? Chi è Scroggins?

- Scroggins! Oh, beh, era l'altro uomo, sapete... era sua moglie.

- "Cosa", era sua moglie?! E che c'entra "lei"?

- Beh, ve lo sto appunto dicendo. Fu lei a trovare il cappello. Era venuta su a Londra sua cugina; sua cugina era mia cognata, e l'altra nipote aveva sposato un uomo di nome Evans, ed Evans, dopo che tutto fu finito, aveva passato la scatola a Mister Jacobs, perché il padre di Jacobs aveva visto l'uomo, quando era vivo, e, quando fu morto, Joseph...

- Aspetti un momento. Lasci perdere Evans e la scatola; che ne è stato di suo zio e del fucile?

- Il fucile! Quale fucile?

- Come, il fucile, che suo zio teneva sempre in giardino, e che non era lì. Cosa ne fece? Ci uccise qualcuna di queste persone, questi Jacobs, ed Evans, e Scroggins, e Joseph? Perché, se l'ha fatto, ha fatto un buon lavoro, un lavoro utile, e a noi piacerebbe molto saperlo.

- No, oh no: come poteva? Era stato murato vivo, sapete, e quando Edoardo Quarto ne parlò all'abate, mia sorella disse che, nel suo attuale stato di salute, non poteva e non voleva, perché avrebbe messo in pericolo la vita del bambino. Così lo battezzarono Horatio, come il figlio di lei, che era stato ucciso a Waterloo, prima che egli nascesse e lo stesso Lord Napier disse...

- Senta un po', sa di che cosa sta parlando?- gli chiedemmo, a questo punto.

- No - disse, ma sapeva che era vero, parola per parola, perché sua zia l'aveva visto con i suoi occhi. Allora lo coprimmo con la tovaglia, e si addormentò.

E poi lo zio ci raccontò una storia. Disse che la sua era una storia veramente successa.