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Le cerbottane



Ricordiamo un altro divertimento assai in voga tra i ragazzini degli anni Cinquanta, quelli stessi che si costruivano i più sofisticati fucili con gli elastici o gli archi con gli ombrelli. Stiamo parlando delle cerbottane fatte con lunghe canne provenienti da materiali di risulta (ideali le canne di alluminio dei lampadari) che "sparavano" piccoli oggetti (palline di carta, pezzetti di terra, creta) e soprattutto frecce usando, come propulsore, la forza del proprio fiato.

Indicazioni tecniche:
La potenza del mezzo è rapportata alla sua lunghezza e al suo diametro: più lunga è la canna e più piccolo è il suo diametro, più ampia è la gittata. Una, due o più cerbottane possono essere tenute insieme da un sistema di mollette (quelle per il bucato) usate a mo' di impugnatura e/o di cartucciera e si può aggiungere anche il mirino.


Un discorso a parte meritano le "frecce" che venivano sapientemente preparate a decine, e sparate a raffica in guerre di cortile. La freccia è dunque un cono molto assottigliato ottenuto attorcigliando attorno a un dito strisce di carta che venivano appositamente tagliate in mazzetti regolari trattenuti alla cintola, pronti per l'uso. Ottenuta la freccia la si fissava con la saliva facendone roteare la punta fra le labbra.