Ora, nella brumale tristezza novembrina,
nell'aria senza raggio né respiro né moto,
voi vi drizzate fermi al cielo grave e vuoto,
ombre vane, confuse nell'ombra vespertina.
Non più ansia di volo, né canto, né tremore.
Le rade ultime foglie si levano dal ramo,
silenziose, quasi a un tacito richiamo.
Ora, nell'infinito silenzio, più non sento
che lo striscio tranquillo del gran fiume che va,
che va per la sua lenta strada d'eternità,
senza mai posa, senza mai posa o mutamento.