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Il re dei pesci (fiaba provenzale)


C’era una volta un pescatore che viveva con la moglie vicino a un fiume. Era molto povero ma un giorno, dopo che per mesi non era riuscito a procurarsi nulla da mangiare, la sua sorte cambiò: un pesce d’oro caduto per caso nella sua rete gli chiese di lasciarlo andare e gli promise in cambio tutti i pesci che voleva. 

Il pescatore accettò e, tornato a casa con la rete piena, raccontò alla moglie cosa gli fosse accaduto: lei senza dare spiegazioni gli chiese di catturare il pesce d’oro. Il giorno dopo dunque il pescatore lo riprese, lo portò alla donna e questa lo mangiò. 

La sera stessa diede alla luce tre figli, mentre la giumenta partorì tre puledri e la cagna tre cuccioli.

Un volta cresciuto, il primogenito montò a cavallo, chiamò il suo cane e partì. 
Arrivò in un villaggio la cui principessa stava per essere sacrificata a un feroce drago: il giovane, senza indugiare, decise di salvarla e con l’aiuto dei suoi due animali ebbe la meglio. La ragazza gli chiese di sposarla, ma il giovane voleva proseguire il suo viaggio. Le promise quindi che l’avrebbe sposata al suo ritorno, dopo un anno. Ma in sua assenza, lei fu catturata dal figlio del carbonaio che la costrinse a presentarlo al padre come suo salvatore. Il re così gli promise in sposa la ragazza, la quale però si dimostrò molto furba: con la scusa che lo sposo non era mai abbastanza pulito riuscì a rinviare le nozze più volte, fino al giorno in cui l’innamorato tornò. L’inganno fu svelato: il giovane mostrò al re le sette lingue che aveva tagliato dalle bocche del drago e per la vergogna il figlio del carbonaio sparì senza farsi più vedere. 

I due giovani si sposarono, ma ancora una volta la loro pace durò poco: una sera vedendo un bagliore intenso in camera da letto il ragazzo chiese all’amata cosa fosse e lei rispose che proveniva da un castello abitato da fate malvagie. A nulla servirono le preghiere della ragazza: l’innamorato partì per il castello e appena entrato fu tramutato in pietra da una fata, insieme al suo cavallo e al suo cane.

La stessa sorte colpì il secondo fratello, che arrivò alla dimora della ragazza e fu folgorato dallo stesso bagliore: la principessa scambiandolo per l’innamorato gli ripeté la storia delle fate e pregò ancora che non partisse. Lui però seguì le orme del fratello e fu punito allo stesso modo. 

Fu quindi il turno del terzo figlio. Arrivato alla dimora della principessa decise al pari degli altri di intraprendere l’impresa, ma la sua sorte fu diversa: il suo cane saltò al collo della fata malvagia e la uccise. Il ragazzo cosparse poi i fratelli e i loro animali con l’acqua in cui erano state immerse le spine del pesce d’oro e in questo modo l’incantesimo fu spezzato. 

Tornarono quindi dalla principessa, il vero marito si fece riconoscere e tutti vissero felici e contenti.