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Il fantasma dei regali di Natale



Michael era un ragazzo carino. Era di piccolo di statura. . . molto più basso di me, e molto curioso. Aveva capelli castani, un adorabile faccino tondo ed era molto intelligente.
Una cosa che ammiravo di Michael era che amava tantissimo la sua mamma.
Egli trascorreva molto tempo a creare giochi, amici immaginari e faceva tantissime domande.
"Mamma, perché ci sono le case?" O "Mamma, perché ci sono le auto?" chiedeva mentre andava a scuola.
Passeggiando per il parco, chiedeva: "Mamma, perché ci sono le crepe nel marciapiede?" O quando mangiavano in un ristorante, chiedeva: "Mamma, da dove vengono le patatine fritta?" e non aveva ancora cominciato con  ketchup e senape, perché avrebbe chiesto: "Perché il ketchup odora in quel modo?" o "Perché la senape è gialla?"

Sua madre gentilmente e pazientemente gli spiegava ogni cose e lui imparava tutto quello che lei gli diceva. Alla sua età, era molto intelligente e sapeva già molto. Sapeva che Babbo Natale viene dal Polo Nord e che, se non metti il dente sotto il cuscino, la fatina dei denti non lascia i soldini.

Quando si trattava di giochi, a Michael non  mancava l'immaginazione. Poteva costruire cose tutto da solo e avrebbe potuto passare ore a creare un'avventura nella sua camera da letto. Aveva giocattoli, ma non erano i suoi giocattoli che lo teneva occupato, era quello che faceva con loro che era così eccezionale.

Con l'aiuto di Michael, i suoi eroici personaggi  avrebbero salvato le signore intrappolate in cima alla sua credenza e impedito loro di cadere da così in alto  facendosi male. Aveva radunato i suoi eroi anche per  salvare l'orsacchiotto e altre persone sotto il letto da una lunga e buia notte senza abbracci. E in estate si poteva giocare in cortile, costruiva città con le sue macchine e altre cose che trovava in giro per casa. Michael aveva una grande immaginazione.

Michael amava anche le vacanze.

A Pasqua, era stato il migliore in assoluto a fare le uova di Pasqua, colorate perfettamente con bellissimi piccoli disegni. E ad Halloween avava i migliori costumi, scolpiva la zucca più spaventosa e amava dolcetto o scherzetto, portando a casa grandi secchi di caramelle, che naturalmente, divideva con la sua mamma.

Ma a Natale, si era veramente divertito. Amava decorare l'albero di Natale, mettendo gli ornamenti al loro posto e aiutava la sua mamma a sistemare le luci. Cercava con molta attenzione il regalo giusto per la sua mamma poi  aspettava con ansia il momento perfetto per darglielo.

Poi, una volta, si svegliò nel cuore della notte, scese dal suo letto e andò in salotto a guardare l'albero di Natale. Era scintillante e incandescente nella luce della sera e lui stava lì seduto ad ammirare quanto fosse bello. C'erano i regali infilati sotto, incartati e con graziosi fiocchi luccicanti. Amava il Natale!

Si stropicciò gli occhi quando vide qualcosa muoversi  dietro le montagne di pacchetti sotto l'albero. Pensava che stesse sognando, e si pizzicò per assicurarsi di essere sveglio.

"Ciaooo, Michael", disse una vocina che proveniva dall'albero.

"Cosa?" Michael balbettò incredulo.

"Michael, io sono il fantasma dei regali di Natale," disse la voce e in quel momento un topino, vestito in abiti di Natale, uscì da dietro a uno dei doni. Il topo portava un berretto rosso e indossava delle buffe pantofole verdi con delle campanelle sulle punte.

"Fantasma? Ma i fantasmi fanno paura e tu non fai paura a nessuno", disse Michael, guardando avanti e cercando di vedere meglio la creatura nella penombra delle luci natalizie.

"Non tutti i fantasmi fanno paura. Mi capita di essere un topo fantasma e io sono qui per condividere il mio messaggio con te."

"Messaggio? Che messaggio hai? Da dove vieni? Non ho mai sentito parlare di topi fantasma prima, che ci fai qui? " Michael comincia con le sue mille domande.

Il topo fa dei gesti con le braccia per cercare di farlo rallentare. "Troppe domande. I topi, soprattutto fantasma, non hanno risposte, hanno solo i messaggi. "

"Cosa? Non ho mai sentito parlare di topi fantasma con i messaggi. Qual è il tuo nome, topolino? "

"Il mio nome è Franklin e io sono il fantasma dei regali di Natale," disse, e alzò le piccole braccia pelose, nel tentativo di sembrare spaventoso e inquietante.

Michael ridacchiò, perché non sembrava spettrale per niente. Credeva fosse molto sciocco cercare di sembrare grande in un corpo piccolo piccolo, inoltre, con quel buffo berretto e quelle folli ciabattine.

Franklin sembrava infastidito, così disse: "Va bene Michael, non si dovrebbe ridere del fantasma dei regali di Natale. Non è rispettoso" ed incrociò le braccia con un espressione indignata.

Michael si mise carponi in moda da trovarsi faccia a faccia con la creatura che ormai aveva tutta la sua attenzione. Nelle luci scintillanti, poteva vedere l' espressione dei piccoli occhi lucidi. Piccole orecchie sporgevano da sotto il buffo cappello, aveva piccole braccia con mani piccole e un dito che ticchettava con impazienza.

Michael non poteva fare a meno di essere colpito dalla creatura, sembrava così carino e coccolone, voleva prenderlo e accarezzare la sua morbida pelliccia.

"Posso prenderti?" Chiese Michael.

Il topolino alzò gli occhi e disse: "Beh, se può servire per farti ascoltare il mio messaggio, credo che non farà male. Ma non toccarmi il cappello! ", disse Franklin spavaldamente.

Delicatamente, Michael prese l'adorabile roditore e lo tenne nel palmo della mano con molta attenzione, guardando da vicino quei caldi, occhi espressivi.Franklin nel bagliore dimenava il piccolo naso bagnato, muovendo i baffi in modo adorabile in modo da sentire  l' odore del suo nuovo amico. Ma l'espressione del suo viso stava diventando impaziente, il ragazzo era ovviamente più interessato al suo aspetto che al messaggio che era venuto a portare.

Accortosi della sua impazienza, Michael si raddrizzò, e anche se cercava di essere serio, il sorriso sul suo volto tradiva le sue intenzioni. Tuttavia, controllò il suo divertimento e disse: "Va bene signor Franklin, Fantasma dei Regali di Natale, che cosa è questo messaggio che hai per me?"

"Beh, sono contento di aver finalmente avuto la vostra attenzione", annunciò Franklin, che gonfiò il petto e aprì le braccia grandiosamente, pronto a fare il suo annuncio.

La stanza si fece immobile e per un momento, l'unico suono era il battito del cuore di Michael e gli aliti piccoli di Franklin, che era possibile vedere dal movimento del suo piccolo petto.

"Sei un bravo ragazzo, Michael. Giochi in camera, inventi giochi e tu sei senza dubbio il migliore decoratore di uova di Pasqua da queste parti. Tu ami tua madre e  andare a scuola ogni giorno. Ma dopo averti odorato, sembra che si possa fare di meglio quando fai il bagno e ti lavi i denti. Nonostante questo,per il resto fai un ottimo lavoro. Ma tua madre ha bisogno del tuo aiuto. Potresti sistemare la tua camera e aiutarla nelle faccende di tanto in tanto. Sei abbastanza grande adesso. Sei molto intelligente e conosci già molte cose. Ma un pò di aiuto nelle faccende di ogni giorno e lavarsi un pò dietro le orecchie potrebbe migliorare le cose. I genitori sono anche persone. Proprio come te, lo sai. "

Michael mise una mano sulla bocca, imbarazzato perché non si era lavato i denti prima di dormire. Pensandoci su, si ricordò di non aver raccolto i suoi giocattoli. Non riusciva a credere di averlo dimenticato.

"Non ti preoccupare, ragazzo", disse Franklin rassicurandolo. "La maggior parte dei bambini lo dimentica. Ma faresti davvero felice la tua mamma  se cercassi di ricordare di fare da solo certe cose "

Michael rimase immobile per un momento, pensando alle parole di Franklin, poi s'illuminò. Baciò Franklin sulla guancia ed esclamò: "Io posso farlo!"

Appoggiato Franklin sul tavolino, corse nell'altra stanza e tornò con la matita e un blocco di carta.Scrisse velocemente sulla carta per qualche istante e strappato un foglio di carta dal blocco. Lo spinse con orgoglio vicino alla faccia  di Franklin in modo che potesse vederlo. La carta spinse Franklin e i movimenti rapidi quasi lo buttatarono fuori dal tavolo. Franklin tese le braccia ancora una volta, nel tentativo di evitare di essere travolto dall'entusiasmo di Michael.

"Whoa! Michael! Che cosa è questo? "

"E' la mia lista delle faccende! Si tratta di tutte le cose che devo fare ogni giorno in modo da non dimenticare! " Michael la guardava con orgoglio.

Franklin si sporse in avanti ed esaminò l'elenco con gli occhi lucidi. Poi disse: "Sai, ragazzo, sembra funzionare. Ora mettila in un posto che tu non possa dimenticare. "

"So qual'è il posto giusto!" Esclamò Michael, che corse nella stanza, afferrò il nastro e poi corse in camera sua, dove attaccò la lista alla porta del suo armadio.

Tornò di corsa in soggiorno, trovò Franklin seduto sul bordo del tavolo, il braccio appoggiato sulle gambe incrociate. Franklin si alzò quando Michael entrò nella stanza, stando attento a non cadere del tavolo.

"E' tutto chiaro ragazzo?", chiese per essere sicuro che Michael avesse capito il suo messaggio.

"Sì, signor Franklin, Fantasma dei Regali di Natale, ho capito e ti prometto che farò la mia parte per aiutare la mia mamma." segnandosi il petto per sancire la solenne promessa.

"Ora, Michael, è il momento per me di andare", disse Franklin.

Michael era molto triste. "Nooooo. Non puoi andare. Siamo appena diventati amici! "E si mise a piangere.

"Oh! No"gridò Franklin, agitando freneticamente le braccia in aria, cercando di cancellare l'emozione.

Gli occhi di Michael si riempirono di lacrime e cominciarono a scorrergli sulle guance, come enormi fiumi.

"Questa è la parte che preferisco di meno", disse Franklin.

"Va bene, c'è qualcosa che si può fare per non lasciarsi", disse Franklin.

"Cosa? Cosa? Che cosa? "Michael chiese con entusiasmo, disposto a tutto pur di prolungare la loro amicizia.

Franklin fece segno a Michael di avvicinarsi, poi alzò la mano vicino alla bocca mentre sussurrava molto segretamente all'orecchio sinistro del ragazzo.

Annuendo, Michael alzò Franklin  con delicatezza e lo portò nella sua camera da letto e chiuse con il piede la porta della camera dietro di lui con molta calma.

Il mattino seguente era il giorno di Natale. Michael si svegliò prima di chiunque altro e con attenzione portò lo sgabello in cucina, muovendosi con cautela per  non svegliare nessuno.

Tirò giù una ciotola, la scatola di cereali dalla credenza e il latte dal frigo. Trovò il vassoio di portata, un vaso e un fiore e con attenzione sistemò tutto in salotto.

Aveva preparato una bellissima colazione, completa di succhi di frutta, pane tostato e un piccolo biglietto che diceva "Ti amo mamma. Buon Natale" e trotterellò in fondo al corridoio nella camera da letto di sua madre. Si fermò accanto al suo letto fino a quando i suoi occhi assonnati si aprirono e vide il suo bambino in piedi accanto a lei.

Si mise a sedere e fu accolta da una bella prima colazione di Natale, abbracci e baci dal suo amato piccolo bambino. Rimasero a lungo a raccontare storie e mangiare cereali che non erano mai stati così buoni. Poi Michael andò verso l'albero di Natale, spostò delicatamente il piccolo topo di pezza con le folli pantofole un pò di lato per recuperare il dono speciale di sua madre.

Diede con orgoglio alla mamma il suo regalo di Natale in quella allegra mattina, non si era mai sentito così orgoglioso e felice della sua vita. Lui amava la sua mamma così tanto.

In seguito, giocò felicemente nella sua stanza con il suo nuovo topo giocattolo, mentre sua madre preparava una deliziosa cena di Natale.

Franklin è ora sistemato con orgoglio sopra il letto di Michael, e veglia su di lui ogni notte. Franklin continua a dare consigli a Michael su cose come il Coniglietto di Pasqua, Babbo Natale, ecc

E vissero felici e conte
Fonte: ghostsandstories.com