C’era una volta una ninfa che viveva nel lago di Carezza, un laghetto dalle acque limpidissime e così azzurre da renderlo simile a una gemma incastonata tra i boschi e le montagne che lo circondavano.
La ninfa, che si chiamava Ondina, era bellissima e aveva una voce melodiosa; quando cantava, tutti restavano incantati.
Un brutto giorno la sentì anche lo stregone Masaré, che si innamorò perdutamente di lei e decise di conquistarla: ogni giorno andava sulle rive del lago e cercava di parlare do Ondina, ma lei, appena lo vedeva, scappava e si tuffava nell’acqua.
Arrabbiatissimo e non sapendo più cosa fare, Masaré decise di consultare la strega Langwerda, che viveva in una grotta visino al lago. - Ondina non ha mai visto un arcobaleno – gli disse la strega. – Costruiscine uno e distendilo sul lago: la ninfa non potrà fare a meno di uscire per ammirarlo. Tu allora potrai avvicinarla, travestito da mercante di gioielli. Porta con te un sacco con oggetti d’oro e tirane fuori qualcuno quando sarai sulla sponda del lago: la ninfa si avvicinerà a te, spinta dalla curiosità, e tu potrai rapirla.
Masaré decise di seguire il consiglio della strega. Quel giorno stesso creò un magnifico arcobaleno e lo inarcò sul bosco, fino al lago. Poi si nascose nel bosco aspettando di vedere la ninfa. E infatti poco dopo Ondina, attirata da quello spettacolo così insolito per lei, salì in superficie e si sedette sulla sponda.
Quando lo stregone la vide, credette di averla ormai in pugno e corse fino al lago, dimenticando però di travestirsi da mercante. Perciò appena sbucò dagli alberi, la ninfa lo riconobbe e si rituffò nell’acqua.
Masaré, arrabbiatissimo, prese l’arcobaleno, lo fece in mille pezzi e lo scagliò nel lago, per poi scappare per sempre sui monti.
L’arcobaleno si sciolse nell’acqua e i suoi colori si sparsero sulla superficie del lago. È per questo che ancora oggi il lago di Carezza risplende tutti i colori dell’arcobaleno, dall’azzurro al verde, dal rosso all’indaco, dal giallo all’oro.