Un giorno però uno degli dei si presentò davanti al trono di Padre Sole, si inginocchiò umilmente e disse: - Questa notte ho fatto un sogno: ho visto delle strane creature, chiamate “uomini”, che vivono sulla Terra. Perché non li creiamo? Padre Sole, dacci il tuo benestare!”
Padre Sole ci rifletté sopra a lungo poi disse: - Andate a chiamare la vecchia Malin, che abita in una grotta in fondo al mare!” Malin aveva mani molto abili, per questo ricevette l’incarico di creare i primi uomini.
“Farò queste creature con la schiuma del mare! – esclamò la vecchia tutta fiera.
Tutto il giorno ci lavorò dietro la vecchia Malin ed alla sera aveva dato forma al corpo di una donna e di un uomo. Ma proprio in quel momento passò di lí al galoppo il cavallo del Sole, che voleva bere l’acqua del mare, per calmare la sua sete, e con i suoi zoccoli distrusse le preziose creature.
Furibonda Malin si lamentò presso padre Sole: - Il tuo cavallo è sicuramente invidioso e non vuole che dalle mie mani escano il primo uomo e la prima donna!
Padre Sole cercò di calmarla assicurandole che non sarebbe più successa una cosa simile e la invitó a ripetere la sua opera.
Ed infatti il giorno dopo il cavallo del Sole sopraggiungendo al tramonto, con un salto disegnò un ampio arco intorno alle creature di Malin, lasciandole intatte.
Dall’alto intanto gli dei ammiravano l’opera di Malin, osservando che non le mancava proprio nulla. Padre Sole chiamo Malin e le disse: - E`ora che le tue creature ricevano il soffio della vita! Vola fin sotto le travi del mio tetto, là troverai le anime dei viventi, prendine due e portamele!
Così Malin volò fin sotto il tetto della casa del Sole, allungò le mani e prese delicatamente due anime, che erano posate su una trave e le portò da Padre Sole.
Ma appena egli ebbe soffiato la vita nelle creature di Malin, esse si trasformarono in due anatre e volarono via, e le loro bianche ali brillavano confondendosi con la schiuma del mare.
Purtroppo Malin si era sbagliata e invece di prendere due anime umane, aveva preso due anime di uccello.
Dopo un anno le due anatre tornarono di ritorno e dissero: “Il mare ci ha nutrito ed ospitato, ora abbiamo bisogno di costruire il nostro nido. Dove possiamo trovare un posto per allevare i nostri piccoli?”
Questa richiesta trovò Padre Sole del tutto impreparato e perciò egli chiese consiglio agli altri dei, riuniti intorno al suo trono. Ma anch’essi non avevano nessuna risposta.
Finalmente si fece avanti Principe Granchio, che annunciò: - Con le mie chele raccoglieró la trerra dal fondo del mare, e ne raccoglieró così tanta da formare un’isola!”
Il Principe aveva naturalmente sottovalutatola forza del mare, ogni volta che emergeva dall’acqua, un’onda lo sommergeva portandogli via dalle chele tutta la terra che aveva raccolto, fino alla più piccola briciola.
“Un pezzo di terra! Abbiamo bisogno di un pezzo di terra!” – gridavano gli dei.
Solo Principe Millepiedi non si unì al coro di lamenti e gridò: - Ma perché non andiamo a cercare la tartaruga? Lei vive nel mare, è grande, ha una schiena larga e forte. Potremmo sicuramente raccogliere sufficiente terra sul suo dorso! Bisogna però vedere se accetta!” La sua proposta fu accolta con entusiasmo. Principe Millepiedi ottenne subito l’incarico di andare in cerca della tartaruga e con stupore generale la buona bestiola accettó di portare il peso della terra sulla sua schiena senza lamentarsi. Così in mezzo all’infinita distesa di acque sorse una piccola isola, che divenne di giorno in giorno più grande. Era nata la terra.
Il Dio Sole ci piantò il primo albero e ci fece crescere intorno un fitto canneto, in modo da proteggere il nido delle anatre. E ben presto nel sicuro nascondiglio furono deposte due bianche uova.
Oh, miracolo della creazione! Quando il tempo fu compiuto, i gusci si ruppero e vennero alla luce un uomo e una donna: i primi uomini, nati sul dorso della tartaruga!