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Epifania e Befana - 24 Dicembre


Epifania - Le Origini 
Il termine Epifania deriva dal greco ”Epifaneia”, cioè “manifestazione”, “illuminazione”, si riferisce al primo manifestarsi dell’umanità e divinità di Gesù Cristo ai Re Magi, dieci giorni dopo la sua nascita, ma una festa simile era celebrata già nella Roma antica.
Dopo i Saturnali, festeggiamenti del Sol Invictus che cadevano all'inizio del nostro Gennaio, i romani festeggiavano i Compitali sulle strade e nei crocicchi (compita), dove i Lari (divinità domestiche), avevano le loro cappellette.
Ogni famiglia faceva capo ad una di queste cappelle e contribuiva alla celebrazione della festa con una focaccia, bambole e gomitoli di lana che venivano appesi alle porte.
La festa era destinata per lo più alla servitù che riceveva doni ed abbondanti libagioni.


Epifania - La festa religiosa in Oriente 
La Festa religiosa Epiphàneia è nata attorno al 120 in Oriente e ricordava il battesimo di Gesù nelle acque del Giordano per mano del Battista.
Per alcuni cristiani, l'incarnazione del Cristo non era avvenuta al momento della nascita, ma al momento del Battesimo e scelsero questo giorno all'inizio di gennaio perché in questo periodo si festeggiava il solstizio e il nuovo sole.
In seguito la festa fu adottata anche dalle Chiese Ufficiali d'Oriente sommando quattro elementi o date importanti nella vita del Cristo: la nascita, l'adorazione dei Magi, il battesimo e il miracolo di Cana.
In quell'occasione Epifania (Epiphàneia - Apparizione) che significava manifestazione della divinità, fu cambiato in "tà Epiphània ierà", cioè "feste della manifestazione" poiché, nelle quattro tappe ricordate, Gesù aveva manifestato la sua Natura Divina oltre che umana.

Epifania - La festa religiosa in Occidente 
Poiché il credo pagano del Sol Invictus era troppo diffuso e popolare per essere soppiantato, il modo migliore per sradicarlo fu proprio assorbirlo nella nuova religione.
In questo modo il Cristianesimo poté opporre, alla festività pagana, la nascita del Vero Sole, identificato in Cristo, infatti, per la Chiesa di Roma, il Sol Invictus era la prova dell'identificazione tra Cristo e Apollo -Helios, proprio il dio del Sole.
I primi esempi di iconografia cristiana, raffigurano Gesù con elementi solari, come la corona radiata che resta ancora oggi un particolare proprio degli Ostensori.
La festa della Epifania si diffuse in Occidente attorno al IV secolo, come festa della rivelazione di Gesù al mondo pagano, rappresentato dai Magi.

Epifania - Usanze della festa 
Nelle campagne, la notte dell'Epifania era considerata una notte magica, durante la quale gli animali potevano parlare. 
Di questo è rimasto il proverbio: "La notte di Befana nella stalla parla l'asino, il bove e la cavalla".
Si dice che i contadini accudissero senza risparmio i loro animali, così che non potessero lamentarsi dei loro custodi. Sempre nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, in alcune regioni c'era, e forse ancora c'è, l'usanza dei "befanotti" e delle "befane", giovani che accompagnati da una sorta d'orchestrina, vanno di casa in casa a cantar strofette chiedendo in cambio generi alimentari con i quali fare festa: un po' come nella festa di Hallowen.
In alcune regioni del nord, in particolare Friuli e Venezia Giulia, si preparano i pignarui, grandi falò, e dalla direzione che prende il fumo, gli anziani traggono previsioni.
Nel Medioevo, nel giorno dell'Epifania si consacravano le pietre preziose che avrebbero adornato i paramenti e gli oggetti sacri. 
Epifania - La stella cometa 
La storia della cometa che condusse i re Magi alla grotta di Gesù, sembra sia nata da un quadro di Giotto, dipinto nel 1301 alla Cappella degli Scrovegni di Padova.
Il pittore, accanto alla Natività, dipinse l’Epifania e, sopra la capanna dipinse una cometa solo perchè, proprio in quell’anno, nel 1301, a Dicembre, apparve in cielo la famosa cometa di Halley, allora molto luminosa ed appariscente, cosa che all'epoca fece molto scalpore.
Nell'antichità era molto comune raccontare come alcuni eventi importanti fossero preannunciati da fenomeni celesti e tutte le più grandi divinità dell'antichità sono legate agli astri, lo stesso Faraone egiziano era chiamato appunto la stella d'Egitto e sempre in Egitto, Horus, concepito dalla dea vergine Iside era chiamato "astro del mattino". 

L'origine della Befana 
La figura della Befana ha origini più antiche dell’Epifania dalla quale ha preso il nome!
La sua origine si perde nella notte dei tempi discendendo da tradizioni magiche precristiane, prima di fondersi con elementi folcloristici e cristiani.
Una tradizione dei popoli celtici, insediati anche nella pianura padana e su parte delle Alpi, celebravano strani riti officiati da maghi -sacerdoti chiamati druidi, durante i quali grandi fantocci di vimini venivano dati alle fiamme per onorare divinità misteriose e crudeli, in epoche antiche i vimini imprigionavano come vittime sacrificali, animali e, talvolta, prigionieri di guerra. 

La Befana Moderna 
La Befana è una vecchia brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo, vestita di stracci e coperta di fuliggine, perchè entra nelle case attraverso la cappa del camino.
La leggenda vuole che la notte tra il 5 e il 6 gennaio, mentre tutti dormono, la befana voli sopra i tetti e, calandosi dai camini, riempia le calze, lasciate appese dai bambini, di doni e dolcetti.
Ai bambini buoni lascia caramelle e doni a quelli cattivi lascia pezzi di carbone.
La Befana si festeggia nel giorno dell'Epifania, che di solito chiude le vacanze natalizie.

La Befana nel tempo e nel mondo 
Oltre che in Italia troviamo il culto della Befana in varie parti del mondo: dalla Persia alla Normandia, dalla Russia all’Africa del Nord, ma sempre è una figura buona e generosa.
In tale culto, molti, intravedono il mito della Dea genitrice primordiale, signora della vita e della morte, della rigenerazione della Natura (primavera).
Per altri, nella sua figura, la Befana riassume l’immagine della Dea antenata, custode del focolare, luogo sacro della casa.
Non a caso la Befana si serve proprio dei camini, che simboleggiano il punto di collegamento fra la terra ed il cielo, per introdurre l’allegria nelle case, svolazzando con la sua fantastica scopa.
Ora che i camini sono stati sostituiti con i termosifoni, forse la Befana viene dalla finestra a cavallo di un aspirapolvere.
Viene viene la Befana/ vien dai monti a notte fonda/ com'è stanca/ la circonda neve, gelo e tramontana/ Viene viene la Befana, dice una filastrocca che tutti i bambini sanno a memoria e che recitano per ingraziarsela. 
La Befana dei nostri nonni 
"La Befana ha portato un po’ di carbone perché siete stati un po’ cattivi, però, ha portato anche i dolci perché dovete essere buoni": erano queste le frasi che accompagnavano la mattina l’apertura delle calze (di lana, fatte ai ferri dalla nonna) dove, immancabilmente tra dolci e fichi secchi, trovavano posto, oltre al carbone, anche castagne, mele, noci, noccioli e un "portogal" un profumatissimo arancio.
La Befana del mondo contadino di un tempo portava l'augurio di un buon raccolto.
Da rilevare che il carbone lasciato nelle calze dei nostri nonni, non era quello fatto di zucchero che è un piacere sgranocchiare, ma era vero carbone che poi si utilizzava per preparare le caldarroste che i bambini avrebbero mangiato dopo la tradizionale tombola.
Avvenne nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio che i Re Magi fecero visita a Gesù per offrirgli oro, incenso e mirra. Nella stessa notte anche la Befana apparve nei cieli, a cavallo della sua scopa, ad elargire doni o carbone, a seconda che i bambini siano stati buoni o cattivi.
Una leggenda spiega la coincidenza così: 
una sera di un inverno freddissimo, bussarono alla porticina della casa della Befana tre personaggi elegantemente vestiti: erano i Re Magi che, da molto lontano, si erano messi in cammino per rendere omaggio al bambino Gesù.
Le chiesero dov’era la strada per Betlemme e la vecchietta indicò loro il cammino ma, nonostante le loro insistenze lei non si unì a loro perché aveva troppe faccende da sbrigare.
Dopo che i Re Magi se ne furono andati sentì che aveva sbagliato a rifiutare il loro invito e decise di raggiungerli.Uscì a cercarli ma non riusciva a trovarli.
Così bussò ad ogni porta lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù. Così, da allora ha continuato per millenni, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio a cavallo della sua scopa… 

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