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Albero di Natale - 2 Dicembre

L’usanza di adornare un abete era già diffusa presso gli antichi popoli germanici. L'abete sempreverde era considerato simbolo di vita e di nascita e in occasione della festa del solstizio d'inverno veniva ornato di ghirlande per celebrare il ritorno del sole e la rinascita della natura. Con l'avvento del Cristianesimo questa usanza è diventata il simbolo del Natale.

Intorno all'origine dell'albero di Natale sono nate molte leggende. Una di queste racconta che in una fredda notte di Natale un povero boscaiolo stava ritornando a casa. All'improvviso si fermò, incantato da uno spettacolo meraviglioso: tantissime stelle brillavano attraverso i rami di un abete carico di neve. Per spiegare alla moglie quello che aveva visto, il boscaiolo tagliò un piccolo abete, lo portò a casa e lo ornò di candeline e di festoni per riprodurre le stelle e la neve.

L'Abete, l'albero di Natale
Presso i Celti ogni mese era posto sotto la protezione di un albero, ma vi erano dei giorni speciali che avevano un albero tutto per sé. Era il loro un calendario lunare, composto di tredici mesi di 28 giorni per un totale di 364. Ma ancora restavano 24 ore, l'equivalente del nostro 23 dicembre. Un giorno mancante, intercalare, ritenuto vigilia del solstizio d'inverno, considerato nefasto, e dedicato al tasso, l'albero del lutto. Il 24, invece, i festeggiamenti erano presieduti dall'abete, l'albero della nascita, dono della benevolenza divina e simbolo di immortalità (da qui l'uso di piantare un albero quando nasce un bambino). Al solstizio d'inverno il grande dio germanico Odino veniva rappresentato da un abete verde ornato di spighe ed esaltato con il nome di Yule, dal gallico gale, ruota. Ancora oggi, nei Paesi nordici, è chiamato Yule e "albero di Yule" il tradizionale abete decorato - albero di Natale.

Virgilio racconta che anche i Romani usavano portare in giro durante i Saturnali un giovane abete augurale. Nulla di nuovo dunque nell'albero delle nostre feste che alcuni fanno risalire a Martin Lutero e altri al marito della regina Vittoria. La verità è che questa tradizione si ritirò con l'avanzare di altre credenze. Osteggiata dalla Chiesa che amava di più il presepio, fu combattuta dai puritani che nel 1642 fecero bruciare tutti i rami di sempreverdi con cui i londinesi avevano decorato la città. Calmate le acque, come tutte le cose forti e importanti, tornò a diffondersi e oggi, vero o finto, un albero pieno di luci è in ogni casa.

Decorazioni e tradizione, simboli per decorare l'albero

Il vischio, il biancospino, l'agrifoglio e il pungitopo, il ginepro, sono piante scelte con la funzione di addobbare e decorare l'albero di Natale. Scopriamo il significato tradizionale di queste piante usate come decorazioni natalizie.

Vischio
il vischio è una delle decorazioni natalizie più ricercate, perché è anche la più rara. Dal momento che non affonda le sue radici nella terra, ma vive in modo aereo (in realtà è una pianta parassita, che vive cioè a scapito di un'altra pianta), gli antichi le attribuirono virtù curative. Tali virtù le furono attribuite proprio per il fatto che si riteneva si nutrisse di aria pura.
Agrifoglio e pungitopo
L'agrifoglio e il pungitopo sono ritenuti dalla tradizione cristiana come piante resistenti al male grazie alle loro foglie dure e spinose. Le loro bacche sono così divenute il simbolo del Natale.
Ginepro
Il ginepro, secondo la tradizione, avrebbe protetto Maria mentre era in fuga dai soldati di re Erode e sarebbe anche la pianta il cui legno venne usato per fabbricare la croce di Gesù. Nell'antichità si riteneva che le sue bacche avessero il potere di risparmiare gli uomini dai morsi dei serpenti. Essendo poi il serpente simbolo del demonio, al ginepro venne attribuito anche il potere di tenere lontano dall'uomo il male e il peccato.


Biancospino
Il biancospino germoglia nei giorni di Natale e fiorisce a Pasqua. Segna quindi con il suo ciclo vitale le tappe più importanti dell'anno liturgico cristiano. Si tramanda che il primo biancospino nacque a Glastonbury, in Inghilterra, dal bastone di san Giuseppe d'Arimatea.

Oltre ai tradizionali addobi dell'albero, esistevano altre usanze e tradizioni popolari legate al Natale, come la tradizione del Ceppo natalizio.

Il ceppo natalizio
Nella più antica tradizione popolare, il centro della festa di Natale era costituito dal ceppo, un grosso tronco d'albero che veniva bruciato nel camino. Per il ceppo veniva scelto un pezzo di legno molto duro perché doveva bruciare fino a Capodanno.

Nelle campagne toscane si usava un grosso ceppo di quercia che bruciava tutta la notte della vigilia di natale e veniva riacceso ogni sera fino all'Epifania per scaldare il Bambin Gesù.

Nel centro Italia si faceva ardere nel camino un ceppo di ulivo fino ai primi di gennaio, quando le ceneri venivano sparse sui campi come augurio di buon raccolto.

Nell'Italia meridionale il ceppo veniva ricoperto di edera e circondato da altri dodici legni più piccoli come simbolo di Gesù e degli apostoli.

Da questa antica tradizione deriva l'usanza di confezionare dolci di cioccolata a forma di ceppo spesso presenti sulla tavola di Natale accanto al panettone e al torrone.