In un villaggi viveva una giovinetta che si chiamava Bella, e faceva onore al suo nome, poiché possedeva la bellezza di una mattina d'estate, ma anche la natura mutevole e pericolosa del fuoco; i suoi occhi luminosi non erano mai rivolti umilmente verso la terra: perché Bella era della razza dei servi, ma aveva nel cuore la fierezza dei padroni.
Quando giunse anche per lei il tempo dell'amore, venne dai parenti promessa in sposa al contadino di un villaggio vicino. Anche per il giovane era tempo di nozze, e così acconsentì di buon grado, rassegnato anche ad accettare, se non si fosse riusciti ad eluderla, la barbara usanza dei padroni. Contrastarla apertamente, del resto, era impossibile: significava condannarsi a morte.
Alla festa del fidanzamento, quando i due si incontrarono per la prima volta, gli occhi di lui caddero finalmente sulla giovane promessa sposa ed in petto prese ad ardergli una fiamma finora sconosciuta. Bella vide quella fiamma negli occhi dell'uomo che gli era stato promesso e scambiò quell'ardore per lo stesso orgoglio che animava lei, pronta alla morte, ma non al disonore.
Giunse infine il giorno delle nozze, che si sperava restassero segrete. Ma troppo bella era la sposa, troppa invidia avevano suscitato lei con la sua bellezza e lui per essere stato il prescelto. E notizia di ciò giunse anche al loro Signore, ed il Signore arrivò non invitato alle nozze, curioso di vedere se era il caso di esigere ciò che la legge gli riconosceva come diritto.
Pronta a tutto, Bella levò gli occhi fieri verso quell'uomo che pretendeva di possederla e qualcosa, negli occhi chiari di lui, spalancati a leggerle sul viso quella sua bellezza di fuoco, per un attimo le fece sognare un mondo diverso, credere che esistessero anche per lei diverse possibilità...... Affascinato, il Signore si immobilizzò, tentato di rispettare quell'intatta bellezza. Per un attimo, persino il tempo parve arrestarsi, e le foglie degli alberi cessarono di stormire, e si quietò il cinguettio degli uccelli e tacquero gli abitanti del villaggio, stupiti, in attesa.
Ancora esitante, il Padrone volse intorno lo sguardo, e vide accanto a Bella, lo sposo che le era destinato, il contadino col capo chino, pronto alla rinuncia e al disonore. "Per essere di costui, puoi anche esserlo dopo che ti avrò preso" sogghignò, dimentico di quel suo breve istinto di nobiltà e trascinò con sé Bella in un vicino campo di girasoli per farla sua.
La fanciulla però riuscì ad impadronirsi del pugnale che l'uomo portava sempre con sé, e rapida come una lingua di fiamma lo diresse verso colui che voleva disonorarla.
Ucciderlo, e poi uccidersi, e andarsene per sempre, ma intatta. Questo Bella aveva nel cuore.
Eppure quegli occhi chiari che per un interminabile momento l'avevano guardata come una donna, quella ardente, spavalda giovinezza di lui cui tanto prometteva la vita....lei invece, lei era comunque condannata: ad essere di quell'uomo, e poi di quell'altro, che ancora immobile, a capo chino, aspettava.
Così Bella, in un istante, decise, e deviò il corso della lama, e rapida se la conficcò nel cuore.
Bella cadde tra i grandi fiori, che si piegarono su di lei, nascondendola. Il Signore, sconvolto, spronò il suo cavallo, lontano da quel luogo di morte.
Si racconta che, ossessionato dai fieri occhi di lei, e dalla generosità che gli aveva risparmiato la vita, cominciasse a vagare per le sue terre, ovunque ordinando che venissero abbattuti i girasoli, sicché neppure un campo restasse a ricordargli l'episodio di cui ormai si vergognava. Si dice che egli vagasse per tutta la vita che gli rimase da vivere, spingendosi sempre più lontano, sempre distruggendo i grandi fiori che incontrava al suo passaggio.
Fu così che i grandi fiori del sole scomparvero dalle terre d'Europa, per ritornarvi poi provenendo dagli Stati Uniti d'America.
In luglio, lungo alcune strade , è possibile ammirare un'unica, solare, bellissima distesa di questi fiori inondati di luce, a motivo di quella storia lontana condannati a piegare il capo nella direzione del sole, a ricordo della viltà degli abitanti del villaggio.
Sempre, però, tra la gran massa, per lo meno una coppia di girasoli si erge diritta nei campi, ed entrambi levano il capo superbo verso il cielo, a ricordo della triste storia di Bella e del Signore che non ebbe il coraggio di amarla.
Curiosità
Splendono a luglio i girasoli, col volto eternamente girato verso la luce, inebriati di sole. "Impazziti di luce", come li ha descritti un nostro grande poeta.
I botanici ci insegnano che questi giganti bonari sono giunti a noi dall'Ovest degli Stati Uniti d'America, ma una vecchia storia racconta di come, molti secoli fa, i girasoli illuminassero col loro colore dorato anche i prati delle terre d'Europa. Essi crescevano allora in gran numero specie in Italia, paese del sole.
In quei tempi, dopo che il fatidico anno 1000 era passato senza che il mondo andasse distrutto, i popoli della grande pianura padana avevano trovato finalmente un poco di pace, sia pur nell'avvilimento del servaggio.
Restavano comunque sempre tempi e mondi crudeli: i nuovi padroni avevano portato con loro le loro usanze, talvolta umilianti, alcune spietate. Una delle più difficili da accettare era quella che riconosceva al Signore padrone delle terre, il diritto di possedere per primo, prima ancora del legittimo marito, durante la prima notte di nozze, la sposa di qualsiasi villaggio si trovasse nelle sue terre.
E' anche vero che, molto spesso, si riusciva ad aggirare quell'uso crudele, ne fosse o no consapevole il padrone del luogo, celebrando le nozze di nascosto, rinunciando così gli abitanti del villaggio a quel poco di festa che un matrimonio di poveri avrebbe consentito.... ed il loro Signore al dubbio piacere di un amore consumato con la violenza, soprattutto se la sposa non era una bellezza, e comunque spesso odorosa di letame.
Sempre, però, tra la gran massa, per lo meno una coppia di girasoli si erge diritta nei campi, ed entrambi levano il capo superbo verso il cielo, a ricordo della triste storia di Bella e del Signore che non ebbe il coraggio di amarla.
Curiosità
Splendono a luglio i girasoli, col volto eternamente girato verso la luce, inebriati di sole. "Impazziti di luce", come li ha descritti un nostro grande poeta.
I botanici ci insegnano che questi giganti bonari sono giunti a noi dall'Ovest degli Stati Uniti d'America, ma una vecchia storia racconta di come, molti secoli fa, i girasoli illuminassero col loro colore dorato anche i prati delle terre d'Europa. Essi crescevano allora in gran numero specie in Italia, paese del sole.
In quei tempi, dopo che il fatidico anno 1000 era passato senza che il mondo andasse distrutto, i popoli della grande pianura padana avevano trovato finalmente un poco di pace, sia pur nell'avvilimento del servaggio.
Restavano comunque sempre tempi e mondi crudeli: i nuovi padroni avevano portato con loro le loro usanze, talvolta umilianti, alcune spietate. Una delle più difficili da accettare era quella che riconosceva al Signore padrone delle terre, il diritto di possedere per primo, prima ancora del legittimo marito, durante la prima notte di nozze, la sposa di qualsiasi villaggio si trovasse nelle sue terre.
E' anche vero che, molto spesso, si riusciva ad aggirare quell'uso crudele, ne fosse o no consapevole il padrone del luogo, celebrando le nozze di nascosto, rinunciando così gli abitanti del villaggio a quel poco di festa che un matrimonio di poveri avrebbe consentito.... ed il loro Signore al dubbio piacere di un amore consumato con la violenza, soprattutto se la sposa non era una bellezza, e comunque spesso odorosa di letame.