Ogni notte era cosí: la misteriosa donna sbucava dalla foresta all'improvviso e, in modo aggraziato, si adagiava sulla sponda del fiume aspettando il suo innamorato.
Il giovane ardeva d'amore, ma era molto triste e inquieto perché ogni volta, alle prime luci dell'alba, nel silenzio, la ragazza si dileguava e cosí era impossibile sapere chi fosse e riconoscerla, quindi, di giorno, tra le donne dei villaggio.
Fu cosí che l'Indio escogitò uno stratagemma: una notte, incontratosi di nuovo con la fanciulla, le accarezzò la fronte con le mani intinte di jenipapo, un inchiostro vegetale nero, convinto così che il giorno dopo l'avrebbe riconosciuta. Alle prime luci del sole, il giovane guerriero si nascose dietro a un cespuglio e cominciò, con grande batticuore a osservare ad una ad una le donne che, dopo essersi bagnate nel fiume, facevano ritorno al villaggio.
Ad un tratto, ecco le ragazze prendersi gioco e schernire una loro giovane compagna che aveva delle strane macchie scure sulla fronte...
Al colmo della curiosità, il guerriero la guardò e, quale non fu la sua sorpresa quando si accorse che la fanciulla, cosí tanto amata, era la... sorella minore!
Distrutto dal dolore, il giovane si fece incontro alla sorella e la informò dell'orribile situazione.
La notizia trafisse il cuore della donna, che, per la disperazione, decise di fuggire in cielo. Fu cosí che si impossessò di un arco e di una faretra piena di frecce: lo brandì con decisione e dopo averlo teso con tutte le sue forze, scagliò il primo dardo verso l'alto.
La freccia si fissò cosí alla volta celeste, mentre le altre si conficcarono l'una dietro l'altra, così che, pian piano, si formò una specie di liana che collegava il cielo con la terra.
Fu un attimo: la giovane, in preda alla disperazione, si avventò sul filo, cominciò ad arrampicarsi agilmente e, arrivata in cima, si fissò tra le stelle. Ancora oggi vive sospesa alla volta celeste e si chiama Luna.