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La Lepre e la Testuggine


Se a tempo non arrivi, a che ti giova il correre? È ciò che ben dimostra quella scommessa strana, che fecero fra loro la Lepre e la Testuggine. - Vediam, - gridò costei, - chi di noi arriva prima di quella strada in cima. - Di noi? - disse la Lepre dai piè veloci. - O mia buona comare, credimi, che questa è una pazzia. Stasera quattro grani prova a pigliar d'elleboro; però se lo scommettere ti piace, scommettiamo -.
Non parmi necessario di dir qual fosse il premio e chi sia stato il giudice. In quattro salti e in meno io sono persuaso che giungere potrìa la Lepre oltre la mèta, se corre come correre suol fare, quando vuole lasciar i levrieri con tre spanne di naso. Ma vuol pigliarla comoda, avendo tutto il tempo, almen così suppone, di mangiare un boccone, di fare un sonnellino e di fiutar il vento. Intanto la Testuggine col suo pesante e lento passo senatoriale non perde tempo e va.La Lepre ch'ha la boria di creder troppo facile per lei quella vittoria, indugia apposta, e chiacchiera, riposa qua e colà, più volte siede a tavola, e del partir, del giungere, nessun pensier si dà. Sol quando ella si accorse che nonna la Testuggine era lì lì per vincere, ratta partì qual lampo, ma furon sforzi inutili, ché vinse la Testuggine per qualche spanna il campo. - Ebben, mia donna Elleboro, chi superò la prova? - questa gridò, - che giova allora d'esser lepre? Or pensa, o mia comare, se avevi anche una casa sul dosso da portare!