Più maturo della sua età, introverso, riservato, ma molto più sensibile e ricettivo di quello che sembra, il nostro Capricorno, fra una timidezza e l’altra, non si ferma mai e passo dopo passo (non è nella sua natura essere uno “scattista”) diventa sempre più tosto e arriva là dove si è prefisso di arrivare.
LA CARTA D'IDENTITA' DEL CAPRICORNO
Difetti: permaloso, testardo, rigido
Da grande sarò: ricercatore, analista, scienziato, politico, editore, bancario
Pietra portafortuna: l'onice
Colore: il nero, rappresenta il buio e la notte
LA FIABA DEL CAPRICORNO
(dedicata soprattutto alle mamme in dolce attesa)
Chi ha detto che i nove mesi nel grembo materno sono uno stato di grazia trascorso fluttuando in un lago di giada in attesa di conoscere le braccia che tanto ti hanno atteso? Per un piccolo Capricorno non c’è davvero un attimo di tranquillità!
Non appena il cordone ombelicale formava timide spire si premurava di lisciarlo con cura con le manine appena formate. Se nel liquido che lo faceva dondolare come un delicato anemone di mare spuntavano strani pulviscoli, il bimbo non se ne lasciava sfuggire uno.
Cosa erano quelle piccole macchie sulle pareti che delimitavano il suo tiepido nido? Eppure era sicuro di avere appena pulito! Il piccolo non si scoraggiò e lucidò nuovamente la sua piccola casa con le manine ben aperte.
"Questo bambino mi fa il solletico – rise la mamma comodamente seduta sulla poltrona del salotto. Al piccolo Capricorno piaceva vivere in un mondo ordinato e non aspettava certo che qualcuno rassettasse al posto suo.
"La mia mamma deve essere un po’ disordinata, altrimenti farebbe più spesso pulizia qui dentro - pensò. Non c’era altra soluzione: doveva pensarci da solo.
Provò ad immaginare il luogo dove avrebbe vissuto quando sarebbe stato il momento di lasciare quel nido di giada. "Ci sarà così tanto da fare là fuori? – si chiese il piccolo Capricorno. "Certo, dovrò aiutare la mamma a mantenere la casa linda, pulita ed ordinata. Lei dev’essere così caotica…
Fantasticava anche sulla sua nascita, facendo le prove come un vero attore sul palcoscenico.
"Quando uscirò la luce sarà forte, ma non devo fare strane smorfie che mi renderebbero impresentabile – pensò. Inoltre piangere con grida acute sarebbe stato imperdonabile per un bambino elegante come lui, così provò e riprovò la giusta tonalità, dalle note basse e baritonali a leggeri gorgheggi, finché gli parve di aver trovato la più appropriata.
"Il mio bambino canta – sorrise la mamma e pensò di ascoltare la sua melodia preferita, certa di farlo felice. Ma dopo tanto lavoro il bimbo era esausto e avvertiva il leggero peso del sonno sedere sulle ciglia, perciò le note che giungevano dall’esterno lo infastidivano.
"Insomma! – sbuffò. - Esistono regole di convivenza imprescindibili!" Il piccolo Capricorno era determinato a farle rispettare, così bussò leggermente sulle pareti di casa. La madre divertita pensò che stesse tenendo il ritmo.
"Possibile che qui dentro non si possa stare in pace? – pensò spazientito. – Ora esco e lo spiego alla mamma!" In fondo aveva appena trovato la giusta tonalità…
"La mia mamma deve essere un po’ disordinata, altrimenti farebbe più spesso pulizia qui dentro - pensò. Non c’era altra soluzione: doveva pensarci da solo.
Provò ad immaginare il luogo dove avrebbe vissuto quando sarebbe stato il momento di lasciare quel nido di giada. "Ci sarà così tanto da fare là fuori? – si chiese il piccolo Capricorno. "Certo, dovrò aiutare la mamma a mantenere la casa linda, pulita ed ordinata. Lei dev’essere così caotica…
Fantasticava anche sulla sua nascita, facendo le prove come un vero attore sul palcoscenico.
"Quando uscirò la luce sarà forte, ma non devo fare strane smorfie che mi renderebbero impresentabile – pensò. Inoltre piangere con grida acute sarebbe stato imperdonabile per un bambino elegante come lui, così provò e riprovò la giusta tonalità, dalle note basse e baritonali a leggeri gorgheggi, finché gli parve di aver trovato la più appropriata.
"Il mio bambino canta – sorrise la mamma e pensò di ascoltare la sua melodia preferita, certa di farlo felice. Ma dopo tanto lavoro il bimbo era esausto e avvertiva il leggero peso del sonno sedere sulle ciglia, perciò le note che giungevano dall’esterno lo infastidivano.
"Insomma! – sbuffò. - Esistono regole di convivenza imprescindibili!" Il piccolo Capricorno era determinato a farle rispettare, così bussò leggermente sulle pareti di casa. La madre divertita pensò che stesse tenendo il ritmo.
"Possibile che qui dentro non si possa stare in pace? – pensò spazientito. – Ora esco e lo spiego alla mamma!" In fondo aveva appena trovato la giusta tonalità…
(di Ilaria Prada)