«Compagni gatti, in questa notte di luna ci congediamo dai resti di una sfortunata gabbiana della quale non abbiamo mai saputo nemmeno il nome. L'unica cosa che siamo riusciti a scoprire di lei, grazie alle conoscenze del compagno Diderot, è che apparteneva alla specie dei gabbiani argentati e che forse veniva da molto lontano, dalla regione in cui il fiume si getta nel mare. Sappiamo pochissimo di lei, ma l'importante è che sia arrivata moribonda fino a casa di Zorba, uno dei nostri, e che abbia riposto in lui tutta la sua fiducia. Zorba ha promesso di prendersi cura dell'uovo che lei ha deposto prima di morire, del piccolo che nascerà, e la cosa più difficile di tutte, compagni, ha promesso di insegnargli a volare...»
«Volare. Ventiduesimo volume, lettera V» si sentì che sussurrava Diderot.
«È esattamente ciò che il signor Colonnello stava per dire. Non gli tolga i miagolii di bocca» consigliò Segretario.
«...promesse difficili da mantenere» proseguì impassibile Colonnello,«ma sappiamo che un gatto del porto mantiene sempre i suoi miagolii. Per aiutarlo a riuscirci, ordino che il compagno Zorba non abbandoni l'uovo finché il piccolo non sia nato, e che il compagno Diderot consulti la sua emplicope... encimope... quei libri insomma, su tutto quanto ha a che vedere con l'arte del volo. E ora diciamo addio a questa gabbiana, vittima della disgrazia provocata dagli umani. Allunghiamo il collo alla luna e miagoliamo la canzone d'addio dei gatti del porto».
Ai piedi del vecchio ippocastano i quattro gatti iniziarono a miagolare una triste litania, e ai loro miagolii si aggiunsero ben presto quelli deglialtri gatti delle vicinanze, e poi quelli dei gatti dell'altra riva del fiume, e ai miagolii dei gatti fecero coro gli ululati dei cani, lo straziante cinguettio dei canarini in gabbia, il garrito delle rondini nei loro nidi, il triste gracidio delle rane, e perfino le grida stonate dello scimpanzè Mattia.
Le luci di tutte le case di Amburgo si accesero, e quella notte tutti gli abitanti si chiesero le ragioni della strana tristezza che improvvisamente si era impadronita degli animali.